Domenica,
29 Settembre 2002
Alle
origini del recital ottocentesco con il pianista Perez de Guzman - Venezia.
Il concerto del pianista Enrique Perez De Guzman, organizzato dal consolato
onorario di Spagna nella Scuola Grande di San Giovanni Evangelista, è stato
un evento-spettacolo che ci ha riportato allo spirito originario del recital
pianistico, così come concepito alla metà dell'Ottocento da Liszt. Si pensi,
in primo luogo, all'impaginazione del programma, molto variato, pieno di sorprese,
sempre incline al divertimento, nel senso più nobile del termine.
Perez
De Guzman, raffinato pianista conosciuto più all'estero che in Italia, ha voluto
celebrare, naturalmente, la Spagna e le sue tradizioni sonore. E lo ha fatto
proponendo dapprima tre sonate di Soler eseguite con una solista di nacchere,
Consol Grau, che con tecnica impeccabile ha contrappuntato il canto del pianoforte.
Il suono asciutto e acuto delle castagnette si è fuso poi con un'altra affascinante
pagina pianista, "Cordoba", di Albeniz, evocatrice di atmosfere folcloriche
filtrate attraverso impressionistiche suggestioni francesi.Ravel e Stravinki
erano invece i punti di riferimento di "Espejo 2002", originale composizione
di Perez De Guzman, in cui il dialogo con le nacchere si arricchiva di calibrati
giochi ritmici.
Il pianista ha eseguito ancora l'impegnativo "Preludio e notturno op. 9" di
Scriabin, scritto per la mano sinistra, la "Ballata op.52 di Chopin, "Alborada
del Gracioso" di Ravel e una impegnativa trascrizione della "Danza dei sette
veli" di Strauss. All'inquietante ed esplosiva vitalità spagnola di Manuel De
Falla era affidata la parte conclusiva della serata, con alcune pagine da "El
amor Brujo" nelle quali si sono apprezzati gli interventi coreografici di Jean
Charles Gil e Trinidad Sevillano, oltreché l'efficacia della Grau e la brillantissima
tecnica pianistica di Guzman.
Al pubblico, che gremiva la sala, è stata riproposta come bis la notissima "Danza
rituale del fuoco".
Mario Merigo